Poly(phenylene oxide)

POLIOSSIFENILENE


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Il poliossifenilene, o PPO, è uno di quei polimeri ad alte prestazioni che vengono chiamati tecnopolimeri. La sua caratteristica più interessate è la resistenza alle alte temperature. Ha infatti una temperatura di transizione vetrosa molto alta, 210 oC. C'è però un prezzo da pagare per la resistenza al calore. La gran parte dei polimeri viene lavorata ad alta temperatura in uno stato quasi-liquido. Se però il tuo polimero non diventa viscoso a temperature ragionevoli, non si potrà lavorarlo! Per questo motivo, il PPO spesso è utilizzato in miscele con polistirene antiurto (HIPS). La miscela PPO-HIPS rende il PPO più processabile ed aggiunge al PPO una certa resilienza. Il PPO necessità di questa caratteristica in quanto di per sé il PPO può essere fragile in alcune situazioni. La General Electric produce dei blend PPO/HIPS e li commercializza sotto il nome di NorylTM.

Dal punto di vista strutturale, il PPO è fatto di anelli fenilici uniti tra loro da legami etere nelle posizioni 1,4 ovvero in para, con gruppi metilici attaccati ai carboni 2 e 6 dell'anello.

Questo poimero di fatto andrebbe chiamato poli(2,6-dimetilfenilene ossido), ma noi, che siamo pigri, lo chiamiamo poliossifenilene.

Il PPO si ottiene da quella che si chiama polimerizzazione per accoppiamento ossidativo del monomero 2,6-dimetilfenolo. Come sottoprodotto si ottiene dell'acqua; questa perciò è una polimerizzazione per condensazione

Ecco come si presenta il nostro monomero 2,6-dimetilfenolo in 3-D.

Altri tecnopolimeri termoplastici sono:


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